
L’Esperienza Dell’Arresa, Abbandonare La Contrazione Del Dolore
L’Esperienza Dell’Arresa, Abbandonare La Contrazione Del Dolore
Il dolore, la sofferenza sorgono spesso dalla mancata accettazione di ciò che è, l’ostinazione affinché le cose siano diverse produce gravi e morbosi tormenti nei quali la vita di molti si consuma, insieme al corpo, all’anima e al futuro.
E’ un’esperienza che riguarda ogni essere umano, ma esiste una via che conduce alla libertà da questa morsa, è l’arresa dolce, onesta, autentica nella quale lasciamo sciogliere tutte le resistenze, le delusioni, l’amarezza, la rabbia, l’inquietudine, il risentimento e le vane speranze che mantengono stretti al dolore.
Ci sentiamo talmente tanto autorizzati nella pretesa di ottenere ciò che vogliamo, piuttosto che le cose, noi stessi, il prossimo, gli eventi siano come abbiamo deciso che debbano essere, che rimaniamo attaccati al bisogno e all’immaginario attribuitogli per anni, dissipando forze, possibilità che investiamo in tensioni, rabbie, resistenze, delusioni, vendette, e intanto la vita si perde.
Il focus deve essere ricondotto verso ciò che è reale e concreto, ovvero il corpo con la sua passione, che è lo strumento e il fine al tempo stesso.
La nostalgia della rinuncia, dell’abbandono è l’esperienza di arresa più bella che si possa scoprire passando proprio per il corpo. Ciò che prima era tensione si scioglie, ciò che prima era oppressione diviene balsamo, ciò che prima era rabbia diventa dolcezza, sorriso, espiro. La vita riprende a scorrere, onoriamo l’energia del dolore che è la stessa del piacere.
Lo stato di arresa e armonia sopraggiunge con la trasformazione dell’attitudine che a sua volta muta la percezione con la quale approcciamo alla pratica dell’Asana e quindi alla corrispettiva condizione interiore con la quale arriviamo sul tappetino.
Iniziamo con il riconoscere nel corpo, dove le emozioni hanno riposto i loro sintomi e ci culliamo dentro quella critica percezione come fosse un neonato che va condotto dolcemente al sonno.
Questo è lo stato di grazia che si manifesta, il medesimo che sperimentiamo inconsciamente ogni sera prima di addormentarci quando coricati decidiamo di abbandonare nel letto insieme al corpo, ogni idea di noi stessi, ogni pretesa, ogni aspettativa, ogni rincorsa quotidiana, rinunciando all’Io a favore del piacere dello stato del “non Io”, quando l’idea di se stessi si perde nelle nebbie del mondo onirico.
Allora, sul tappetino, durante la pratica, giunge quello stato di arresa che permette il sorgere del guizzo della scintilla che vibra nella nostra vita e che attraversa silenzioso il nostro corpo, i nostri sensi, da nuova vita alla passione perché si espanda in gioia concreta a ogni respiro dentro e fuori l’Asana.
Allora il dolore sfiorisce in un sorriso.