
Scopo dello Yoga

Scopo dello Yoga
Lo Yoga ha uno Scopo non scopo e la pratica dello Yoga può essere ritenuta tale solo se nel praticante è presente l’anelito di incontrare realmente, onestamente se stesso prima, per incontrare poi veramente l’altro, il mondo.
Fintanto che non nasce l’unico desiderio d’incontrare noi stessi nella nudità interiore, continuiamo a vivere in un mondo che non potrà mai fornire il senso di pienezza, benessere e gioia che desideriamo e che cerchiamo continuamente fuori e che può esserci solo dopo un onesto percorso di integrazione.
Nel Mondo dello Yoga, del Tantra ad esempio, non basta acquisire tecniche, asana, concetti, teorie, esperienze sentimentali o erotiche, visioni e oggetti, di cui si appropria e identifica l’ io che necessita di una spiritualità a buon mercato con il quale sostituire la propria identità.
Il Consumo Narcisistico
Il consumo narcisistico che oggi si fa dello yoga non può procurare nulla di diverso da qualsiasi altra attività.
Nudo significa libero, privo di sovrastrutture e identificazioni, andare nell’essenza, presente infondo all’anima di ogni uomo, il suo spirito.
Sottolineo, senza approfondire che lo stesso vale per ciò che viene definito Tantra, come se fosse una pratica diversa, separata dallo Yoga.
Lo Yoga è tantra, le divisioni e ambiguità nascono perché si ignora e non si conosce, ma si apprende da media o da libri scritti solo per acquisire prestigio personale, magari seguaci e non per fornire conoscenza.

Il Consumo Narcisistico
Scopo dello Yoga
La Componente Fisica nello Yoga
La componente fisica nello yoga, asana kriya, pranayama, bhanda, mudra, ed altro, rappresenta certamente uno degli strumenti attraverso il quale si accede a quell’essenza profonda, indeterminata, assoluta, connessa, dell’individuo, in grado di renderlo integro, consapevole e gioioso senza condizioni.
Ma questa pratica fisica-energetica deve essere però realizzata attraverso una presenza cosciente, dove l’attività mentale ordinaria viene assorbita prima nella coscienza sensoriale del corpo, del respiro, al cospetto dell’energia, diversa e sempre in trasformazione che in ogni attimo si sposta, si genera, si blocca, implode, esplode, fluisce, si espande.
Per arrivare a questa presenza durante la pratica, è necessaria l’assenza di quell’io abituale con il quale siamo identificati e soliti pensare, giudicare e che non permette l’ascolto onesto, vibrante della vita, la nostra, fatta di oscurità e luce, con la quale invece dovremmo entrare in profonda relazione ogni istante della pratica.

Una Presenza Cosciente
Scopo dello Yoga
Una Presenza Cosciente
Per realizzare questa presenza cosciente, vibrante, bisogna percorrere una sorta di grammatica, o meglio morfologia che consiste in un’ esperienza della pratica che procede lungo diversi processi che si vanno a fissare su piani più profondi, risvegliando anche i livelli di Coscienza più sottili, i Kosha.
Questo processo esperienziale che dovrebbe attraversare ogni pratica di yoga consapevole, non ha una vera e propria linearità o ordine di esecuzione è composto di, attivazione dell’energia, fluidità, elasticità, flusso ascendente, discendente e circolare, potenziamento, assorbimento, meditazione, trascendenza.
Un viaggio inizia solo se vi è il rilascio consapevole dell’identità personale carica di sovrastrutture, ansie, dolori e sofferenze con le quali giungiamo a sederci sul tappetino per iniziare la pratica, disponibili a scoprire ed esperire una trasformazione dove far sorge una condizione di profonda presenza nel qui ed ora al cospetto della fremente energia che pullula in ogni vita umana e non solo, lo Spanda.
Lo Stato di Yoga
Quando l’idea, il pensiero e l’appropriazione dello spazio e del tempo trascorso durante la pratica viene meno, è possibile l’espressione autentica, intensa, ma semplice, spontanea del fremito che da vita ad ogni istante di consapevole gioia che sta alla natura dell’essenza di ogni uomo consapevole.
E’ questa l’esperienza che merita di essere chiamata Yoga perché nasce in India, in Cina, in Giappone, in Medio Oriente, nella mistica cristiana e non solo, tra i curanderi e così via per ogni altra cultura spirituale, si chiamerebbe in altri modi, ma dello stesso principio vitale – divino si tratta e senza il quale un uomo non può sperare di giungere ad un reale stato di appagamento e integrità cui si riferisce lo Yoga.

Lo Stato di Yoga
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