
Lo Yoga e La Grazia – Corpo Respiro e Mente

Lo Yoga e La Grazia
L’intervento Esterno che Discende e Ascende e s’Irraggia
Lo Yoga e La Grazia
La pratica Yoga razionalmente si costituisce di tre poteri, il corpo, il respiro, la mente.
All’interno di questi tre elementi che generano movimenti, azioni, fisiche e mentali, dobbiamo riconoscere e lasciar emergere il principio essenziale capace di trasformare una comune, ordinaria pratica in una pratica alchemica, come tale è lo Yoga, questo principio è il risveglio consapevole della vibrazione, del fremito Spanda.
La stessa vibrazione che permette al fiore di sbocciare e profumare, che lascia al corso d’acqua di un torrente di fluire e zampillare all’occorrenza, permette al gatto di saltare sulla cristalliera e muoversi fra i cristalli senza romperne alcuno.
Gli esempi sono infiniti, tanti quante sono tutte le manifestazioni viventi che nascono, agiscono, si muovono e si elaborano dentro il naturale, quanto opportuno, perfetto, sobrio e vibrante fremito che sta all’intera esistenza quando le è concesso di manifestarsi spontaneamente secondo le leggi naturali.
La natura della manifestazione delle Leggi Universali genera sempre armonia anche quando produce e conduce l’uomo all’esperienza degli estremi opposti, ad esempio il bene e il male, il sano e il malato, la felicità e la sofferenza.

La stessa vibrazione che permette al fiore di sbocciare e profumare
Lo Yoga e La Grazia

La natura della manifestazione delle Leggi Universali
Lo Yoga e La Grazia
Sta all’individuo, stabilirsi egli stesso nella medesima armonia dentro le polarità, attraverso la scoperta dell’arte di cavalcare l’onda o la tigre come suggerisce il famoso detto orientale, “cavalca la tigre”.
Indica il non opporre resistenza, entrare nell’ostilità e lasciarsi travolgere e annientare da quanto avviene nel corpo, tra le emozioni, ma anche nella vita, dunque all’esterno quanto interiormente.

Cavalca la Tigre
Lo Yoga e La Grazia
Non è possibile controllare direttamente gli eventi, il dispiegarsi dell’esistenza, anche se l’uomo s’inganna di poterlo fare, è possibile però evitare il conflitto e gli aspetti negativi che nascono dalla resistenza che si oppone a ciò che non ci corrisponde.
E’ persino ipotizzabile come invece una possibile, creativa, libera volizione, mossa dall’ascolto sensibile del fremito che si muove dentro ogni movimento della vita, permetta di oltrepassare processi estremi, utili e necessari allo sviluppo e al raggiungimento di un’autonomia interiore ed esteriore, fondamentale alla libertà e adeguata alle esigenze contingenti.
Nell’esperienza dello Yoga la scoperta percettiva di questo creativo, sensibile, potente, fluido, armonico, vibrante movimento, inizia dal riconoscimento dei blocchi che trattengono e mortificano tale “vibranza”.
Per neutralizzare le resistenze, i blocchi fisici è poi necessario lo sviluppo consapevole di un’azione mossa non dalla solita volontà del pensiero che muove strutturalmente l’arto, il bacino e così di seguito, ma da una libera energia consapevole composta di respiro e coscienza che svuota la densità della contrazione, del dolore, ovvero del limite e permette un movimento morbido, armonico, totale, libero, sano e creativo di tutto il corpo.
L’azione Armonica del Corpo è Sempre Organica e Orchestrale
Il movimento nasce sempre dal centro del corpo e si direziona verso la periferia supera i confini del corpo fisico per incontrare ed entrare in relazione con l’energia più sottile dello spazio da cui farsi sostenere.
Il superamento dei limiti da prima fisici e poi più intimi inizia quindi dall’esperienza fisica la quale sviluppa quella coscienza sensibile intelligente che gli consente di superare i conflitti più interiori attraverso la luce del corpo.
L’intervento esterno che discende e ascende e consente tale risoluzione, tra la volontà dell’io, ovvero quell’identità ipertrofica che crede di generare e controllare tutto, mossa dalla mente e dalla paura e la Volontà impersonale senza scopo e identificazione, mossa dalla relazione con l’Ente naturale e puro è da definire come Grazia.
Giunge quando si supera non solo concettualmente la paura, ma interiormente e fisicamente si compie un’azione di rinuncia al feroce bisogno di controllo e attaccamento e si penetra dentro l’alta, superiore qualità della riconoscenza, della gratitudine e fiducia verso l’Esistenza.
Nello Yoga è il corpo lo strumento che libera la mente inflazionata, arida, chiusa e discioglie la paura, l’ansia e le inquietudini emozionali, non il contrario, la mente non è in grado, gira tondo su se stessa.
L’opera è dunque sul corpo poiché un corpo teso, bloccato, contratto, controllato non lascia respirare il cuore.
Il cuore che respira si apre allo spazio vuoto necessario al sorgere della misericordia che soffia in lui la vita e lo bagna di grazia e armonia cosicché l’anima si risvegli allo spirito.

Nello Yoga è il corpo lo strumento che libera la mente