
Kosha Guna Coscienza

Kosha Guna Coscienza
Lo Yoga Percorso di Liberazione e Realizzazione
Il viaggio della pratica yoga inizia nel piano tridimensionale per arrivare alla quarta dimensione, la Coscienza per ritornare e attraversare la tridimensionalità con una nuova, diversa, chiara, autentica visione e percezione di se stessi e del mondo, che liberi e porti l’infinito nel finito.
Nello Yoga l’impiego del corpo, del respiro e della mente, dovrebbe compiere l’esperienza dell’abbandono, una sorte di arresa totale consapevole di tutti i contenuti condizionanti che ci dominano fisici e non solo, al fine di divenire disponibili a perdere l’identità dentro la quale siamo arroccati, a favore del vuoto.
Ogni tensione, di qualsiasi natura, si crea da un pieno di significati concettuali che creano resistenza in quanto nell’esperienza non c’è Coscienza.
Questi concetti si incidono e si solidificano, creando memoria anche nel corpo fisico, sotto forma di blocchi, dolori, tensioni, astenia, malattia.
La Coscienza anche quella del corpo, emerge quando viviamo l’esperienza dentro uno spazio vuoto, incondizionato quindi atemporale, libero dunque creativo, persino quando l’esperienza è dolorosa, addirittura drammatica.
Potremmo vivere in piena coscienza un’esperienza di dolore senza accumulare memoria e vivere il dramma senza dramma, perché là dove c’è Coscienza non c’è pensiero ordinario condizionato, da cui si genera il concetto di sofferenza.
Tutto è risonanza, il pensiero condizionato genera condizionamento, la Coscienza genera Coscienza.
Dolore, sofferenza fisica, psicologica e emozionale è risonanza del pensiero.
Quando viviamo un’esperienza al cospetto della nostra Coscienza, siamo in grado di agire senza esitazione in modo opportuno, costruttivo, sano, puro e evolutivo.

Pranayama
Kosha Guna Coscienza
I Guna

I Tre Guna
Kosha Guna Coscienza
I Guna sono tre diverse tensioni, tre forze risonanti con le quali l’uomo, la natura sono sollecitati, creano e interagiscono:
Tamas, Rajas e Sattva, la prima Tamas è statica, densa e anelastica, la seconda Rajas è dinamica, reattiva, Sattva è elastica, espansiva e radiante.
Ogni pensiero, azione, emozione è generato e genera una di queste qualità, tensioni. Può distruggere quando è disarmonica, creare quando è in armonia.
Quando pratichiamo Yoga dobbiamo diventare consapevoli di queste tre energie che sono presenti ad ogni livello, fisico, respiratorio, mentale.
Lo Scopo è il riconoscimento e la gestione delle tre forze. La Coscienza deve entrare al cospetto dell’energia che ha colori, profumi, consistenza, suoni, gusti, pensieri ed emozioni diverse l’una dall’altra a seconda dei Guna da cui è controllata.
Questo processo consapevole permette di gestire i contrasti, le opposizioni, i conflitti fisici e interiori per trasformare e liberare il flusso energetico, questo si chiama Potere Evolutivo.
Lo spazio è un mezzo volumetrico costituito da elementi nascosti che sono ciascuno in perpetuo stato oscillatorio armonico, con una frequenza costante C, che dipende unicamente dal rapporto aureo. I componenti nascosti dello spazio sono di per sé non rilevabili perché il sostrato da cui emerge lo spazio fisico è immanifesto (non fisico) ma perennemente dinamico e coerente (sincronizzato).
Gopala Krishna Srinivasan
Attraverso lo Yoga, quindi, si realizza lo “stato di yoga”, ovvero l’esperienza in cui la coscienza durante la pratica è sempre presente, istante dopo istante, nel movimento e in assenza di movimento, nell’inspiro, nell’espiro e nella ritenzione.
Quando la Coscienza è nell’espansione, nell’assorbimento e in quel meraviglioso vacuo, disteso, infinito passaggio tra la fine dell’inspiro e l’inizio dell’espiro e di seguito, quando la resistenza, la tensione si assorbe e con essa l’identità, allora siamo nello stato di Yoga.
Quando la pratica dunque permette di accedere a questa condizione è perché abbiamo trasceso e unificato i diversi livelli di coscienza, Kosha che normalmente non sono coscienti nell’uomo, ma che una vera pratica Yoga rivela.
Ciò si realizza quando il libero e consapevole flusso energetico si è svincolato dalla tensione disarmonica dei Guna e può quindi aprire il varco e attivare consapevolmente e contemporaneamente gli involucri di cui è composto l’uomo, fisico, pranico (del respiro), mentale.
Questo permette l’accesso ai livelli più sottili di consapevolezza, quello intuitivo prima e poi il compimento dello stato di Ananda, ovvero beatitudine che è dello Yoga.
Il flusso energetico durante la pratica deve farsi ininterrotto,armonico, espanso e circolare.

Unificare i Diversi Livelli di Coscienza
Kosha Guna Coscienza
Grazie a questo intenso movimento energetico che si genera come un efflusso e che si manifesta attraverso tutti i livelli dell’essere simultaneamente, l’individuo diventa, unito, integro, percettivo, oltre il noto e l’ordinario e sperimenta uno stato di illimitatezza.
Da questo varco si accede ad una nuova dimensione di se stessi dove è possibile persino riassorbire la memoria non solo emotiva, psichica, ma cellulare, fisica, causa di disordini, malesseri, disagi fisici e interiori, stiamo dunque governando i Guna.
La Memoria
La memoria è il risultato di un’azione difensiva del corpo fisico e del corpo emozionale.
La memoria si genera da una tensione più o meno prolungata e cosciente, talvolta anche accidentale e fugace come in un incidente di qualsiasi natura, uno shock o una subita condizione critica protratta.
La memoria è generata dallo squilibrio dei Guna.
La tensione è sempre duplice, triplice, ovvero coinvolge sempre il fisico, l’emozionale – psichico – mentale, può partire da un ordine diverso, ma sempre riflette su tutti e tre i livelli.
Solo nel quarto livello quello della Coscienza è possibile la trascendenza dei livelli inferiori condizionati.
Quello che inizialmente accade realmente e concretamente è l’arresa, l’arresa della paura e del controllo su tutti i livelli, così che giunga il sorgere spontaneo incondizionato della meraviglia, dello stupore che appartiene e si genera perché si perde ogni pretesa e identificazione.

Il praticante per entrare in questo spazio non spazio, deve essere disposto ad arrendersi, a perdere qualsiasi senso, scopo o obiettivo, idea di se stesso, dell’ambiente e dello yoga.
Il tappetino dello Yoga allora è forse il precursore di quello che oggi è il lettino dello psicologo e può diventare il tappeto volante di Aladino.