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L’Esperienza dell’Asana

L'Esperienza dell’Asana

L’Esperienza dell’Asana

La motivazione nella pratica dell’Asana non deve essere limitata al raggiungimento del benessere del corpo, ancora meno l’obiettivo deve essere la prestazione.

Questa è una necessità dell’ego, il corpo e la mente possono non essere pronti a certi traguardi ed è questo il momento in cui si creano ancora più blocchi e condizionamenti.

Alla base della pratica delle Asana ci deve essere una profonda umiltà che accoglie con la stessa indifferenza successi e fallimenti.

Il reale raggiungimento di un obiettivo consiste nell’accogliere, accettare e fluire armoniosamente sia che una pratica riesca facile che quando è necessario attraversare le limitazioni.

La realizzazione dell’Asana si manifesta quando impegno e sforzo si abbinano sia all’arresa del corpo che del controllo della mente. Raggiungere quindi la consapevolezza del corpo significa dissolvere le rigidità e le tensioni nell’accoglienza e nell’abbandono del limite, fisico e psichico.

L’Esperienza dell’Asana Spanda Yoga Roma Posa

L’Esperienza dell’Asana

L’atteggiamento interiore e del corpo devono tendere ad un calmo e giocoso equilibrio tra sforzo e cedimento.

La Volontà ha un ruolo fondamentale nel condurre alla costanza e alla determinazione il Sadhaka (colui che pratica), ma non deve mai spingere a svolgere l’Asana con aggressività e violenza.

L’ostilità, lo scontento e la frustrazione che emergono talvolta nella pratica devono essere identificati e rilasciati, perché appartengono all’ego.

In alcuni casi sarà anche possibile raggiungere risultati fisici di un elevato grado, ma rimarrà un mero effetto esteriore derivante da un’intensa attività ginnica, lo Yoga è ben altro:

è la promessa di una estasi rivelata.

L’incontro con le costrizioni del corpo, con le paure e i falsi convincimenti che conducono alla tensione e alla resistenza fisica e psichica, devono essere trattati con dolcezza e compassione.

Il viso deve essere morbido, rilassato, l’espressione neutra e benevola, non deve esprimere sforzo e contrazione.

Il corpo e i suoi movimenti devono emanare libertà, armonia e bellezza poiché non c’è identificazione con i risultati, ma la dimostrazione di uno stato interiore in cui l’essere dimora.

Il corpo e il volto del Sadhaka devono svelare la solida ed equilibrata energia che fluisce e il profondo desiderio di espansione, primo e fondamentale anelito all’esperienza dell’incanto e dell’estasi.

Contrazione e sforzo nel corpo e nell’atteggiamento interiore conducono a una pratica prepotente, ostinata e piena di pregiudizi.

Non deve percepirsi una separazione tra il Sadhaka e l’Asana, poiché essi divengono un’unica celebrazione.

Informazioni sull'Autore

Spanda Yoga

Mi chiamo Silvia Mileto e nasco a Roma nel 1971. Fin da giovanissima, anche “grazie” a un’esperienza personale particolarmente impegnativa dal punto di vista fisico e non solo, ho sentito il richiamo verso la comprensione del senso profondo della vita, dell’essere umano e del complesso mondo interiore da cui è abitato e si riflette inevitabilmente sul corpo fisico.

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